GINOSA - Sono passati due anni dall’alluvione che, nella notte del
tragico 2 marzo 2011, ha travolto il territorio ionico, in particolare
marina di Ginosa. Cittadini e imprese sono ancora in attesa dei
risarcimenti.
Cosa é cambiato in questi mesi? Lo abbiamo chiesto
a Gianni Fabbris (nella foto), portavoce del Comitato per la difesa
delle terre ioniche. «Sono stati stanziati, per la Puglia - spiega -
4.600.000 euro a fronte di un fabbisogno di 160 milioni, di cui la
maggior parte servono ancora per risanare i danni nel tarantino. Si
tratta della prima dotazione di disponibilità dell’ordinanza del
Consiglio dei Ministri con la quale sono stati nominati i commissari, il
presidente Vendola nel caso della nostra regione, e con la quale é
stata redatta una stima dei danni».
Degli oltre quattro
milioni, una parte delle somme hanno risarcito le amministrazioni che
hanno anticipato il denaro durante i giorni dell’alluvione per il pronto
intervento, l’uso delle ruspe meccaniche o per l’ospitalità delle
famiglie per esempio. Un’altra parte, circa 1.250.000, é stata destinata
dal commissario ad un primo risarcimento ai privati di Ginosa marina.
Questa somma é destinata a privati e aziende che hanno avuto danni alle
case di prima abitazione: i privati hanno potuto presentare domande di
un contributo in percentuale dei danni che hanno subito. L’iter non é
ancora chiuso, in questi giorni ci sono le istruttorie ma la stima é che
i cittadini di Ginosa che hanno avuto danni alle prime abitazioni
potranno avere un risarcimento pari a circa il 27% del danno subito.
«I 4 milioni arrivati - evidenzia Fabbris - sono briciole in
confronto ai 160 necessari. Per Ginosa servono ancora altri 25 milioni
di euro, di cui pensiamo che una parte li debba mettere il governo, una
parte la Regione».
Di questi 25, 10 servono per finire di
rimborsare i danni a privati: imprese e famiglie che avranno nelle
prossime settimane un anticipo, ma non si fermeranno finché non avranno
il risarcimento completo. Gli altri servono per la messa in sicurezza
del territorio ormai devastato.
«Avevamo anche annunciato una
campagna di mobilitazione che abbiamo rimandato alla fine della campagna
elettorale - spiega il portavoce del Comitato per la difesa delle terre
ioniche».
La protesta é contro l’ultima Legge di stabilità,
con la quale si é previsto il rifinanziamento del fondo per le
alluvioni a dispozione della Protezione civile, dal quale però sono
state escluse Puglia e Basilicata. «Noi non ci fermeremo - chiosa
Fabris. Abbiamo atteso l’insediamento del nuovo governo per ritornare in
campo con una nuova mobilitazione».
sabato 2 marzo 2013
Ginosa, a due anni dall’alluvione ancora senza risarcimenti
Fonte Taranto Sera
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