Se quando c'è un'alluvione o un terremoto ....

Non ci fermeremo fino a quando non avremo il risarcimento dei danni e la messa in sicurezza del territorio

la solidarietà nazionale non interviene....

Non ci fermeremo fino a quando non avremo il risarcimento dei danni e la messa in sicurezza del territorio

... il territorio non è messo in sicurezza e i danni non sono risarciti....

Non ci fermeremo fino a quando non avremo il risarcimento dei danni e la messa in sicurezza del territorio

Come potranno le nostre comunità....

Non ci fermeremo fino a quando non avremo il risarcimento dei danni e la messa in sicurezza del territorio

avere riconosciuti tutti gli altri diritti fondamentali? Difendiamo le terre joniche

Non ci fermeremo fino a quando non avremo il risarcimento dei danni e la messa in sicurezza del territorio

sabato 4 ottobre 2014

Gli alluvionati di tutta Italia si riuniscono a Ameglia

Pubblichiamo da CittadellaSpezia (leggi articolo originale)

Il primo Congresso nazionale, in arrivo comitati da Veneto, Emilia, Basilicata, Toscana, Sardegna e Marche. Si punta a una legge di iniziativa popolare per i risarcimenti da disastri naturali.

Val di Magra - Vengono da ogni parte d'Italia e tutti hanno vissuto la terribile esperienza di un'alluvione o di un terremoto. Sabato 4 e domenica 5 ottobre prenderà vita il primo Congresso nazionale degli alluvionati e terremotati d’Italia che si terrà a Bocca di Magra.
Una folta rappresentanza da tutta Italia, con la Val di Magra a fare gli "onori di casa" con il Popolo degli alluvionati in cui confluiscono sei diversi comitati: I Volontari del Magra di Ameglia e di Aulla, il Comitato Romito Magra, il Comitato San Genisio, il Comitato Sarzana e il Comitato Senato di Arcola.
Da fuori viene l'Associazione Aec (Alluvionati Veneto), il Comitato Salbaganza di Parma ed Emilia, il Comitato Terre Ioniche di Matera e Basilicata, il Comitato Alluvionati Massa e Carrara, il Comitato Alluvionati dell'Elba, il Comitato Alluvionati Sardegna, il Comitato Alluvionati Albinia e Grosseto, il Comitato Alluvionati Savona e il Comitato Alluvionati Senigallia.

Nella sua veste di Rete nazionale unitaria degli alluvionati e terremotati italiani, il Coordinamento Aec ed il Popolo degli Alluvionati, oltre a tutti gli altri comitati nazionali, darà il via ufficiale ai lavori per la creazione e successiva presentazione di una legge di iniziativa popolare che "regolamenti, imponga e sia giusta ed equa nei confronti di tutti i cittadini, imprese ed enti colpiti da calamità. Una legge che obblighi la cura del territorio, delle zone a rischio allagamenti e preveda la prevenzione dei disastri come base fondamentale, fornendo gli strumenti giuridico-legislativi indispensabili ma anche le coperture economiche per poterli attuare".
Nascerà una banca dati che contenga le modalità operative su come comportarsi per prevenire un disastro (tutela, manutenzione, cura e sistemazione del territorio da parte delle pubbliche amministrazioni e dei privati); di come comportarsi dopo un evento (alluvione, terremoto, frana, tromba d'aria), quali attività immediate e successive vadano eseguite e quali sono le modalità di sgombero, pulizia, ripristino dei luoghi colpiti da un evento catastrofico, indicando anche come comportarsi per ottenere il risarcimento dei danni subiti (dalla prima dichiarazione alla liquidazione finale).
Sarà creato anche un gruppo di allerta, prevenzione e assistenza, informazione e aiuto nei momenti contingenti e successivi. Si passerà poi alla creazione di un "coordinamento unico che tuteli gli interessi collettivi dei cittadini rappresentati e iscritti al registro nazionale dei danneggiati e possa in tal modo agire in tutte le sedi giudiziarie ritenute più idonee, costituendosi parte civile nei procedimenti e processi, preferendo azioni collettive a singole rivalse per danni, coordinati".
l congresso inoltre si svilupperà con un ora intera dedicata ai sindaci che hanno aderito alla manifestazione e che sono seriamente motivati a creare una rete nazionale atta a dare più peso e forza alle proprie esigenze. Il sindaco di Ameglia, Giacomo Raul Giampedrone, si è fatto portavoce di questo messaggio tra i sindaci e aprirà il congresso e la discussione.

Ci sarà una presentazione fotografica dell’esercitazione di evacuazione totale di un paese effettuata nel comune di Monteforte simulando una massima allerta per alluvione. La cosa sarà presentata dall’Assessore Maccarone del comune stesso. Seguiranno le esposizioni tecniche del dottor De Franceschi e del professore emerito Giovanni Iannelli che parleranno rispettivamente di sistema di geo-localizzazione del livello dei fiumi e delle problematiche del fiume Magra.
Non mancherà neppure Paola Botte, autrice del Libro “Un fiume amaro” che tanto ha fatto parlare di se nei mesi scorsi e che ripresenterà le linee guida del libro inchiesta che ha creato non poco scompiglio tra associazioni ed enti di Ameglia e Val di Magra.
Le conclusioni dei lavori saranno affidate al portavoce del popolo degli alluvionati val di magra Luca Ghirlanda che riassumerà i punti di condivisione di tutti i comitati nazionali al fine di dare ufficialmente il via a questo coordinamento nazionale.


REDAZIONE
03/10/2014 20:30:20


giovedì 8 maggio 2014

Riprendiamo: i soldi ci sono, 50 giorni di mobilitazione per sbloccarli

I numeri sul calendario non sono un'opinione, noi sappiamo contare e non rinunciamo.
RIPRENDE LA MOBILITAZIONE PER CHIUDERE LA VERTENZA ALLUVIONE:
9/4/2014
ore 10,30 A PISTICCI SCALO, CONFERENZA STAMPA PER ILLUSTRARE LA CAMPAGNA DEI 50 GIORNI

Otto mesi dall'alluvione dell'Ottobre 2013, 4 morti e danni enormi al territorio ed alle attività.
Tre anni, due mesi e una settimana dall'alluvione del Marzo 2011 che ha lasciato in ginocchio il Metapontino.
Fra qualche settimana saranno 8 mesi dall'alluvione del Primo Dicembre 2013 che ha colpito ancora una volta territorio, famiglie ed aziende
Dal 28 Dicembre 2013, giorno in cui si è concluso l'ultimo sciopero della fame, attendiamo il rispetto degli impegni: sono passati 131 giorni.

Ora è il momento di mantenere gli impegni: 50 giorni per dare risposte.

Non ci abbiamo messo una pietra sopra, anzi. Ci eravamo lasciati all'indomani dell'ultimo sciopero della fame messo in campo dal Comitato avendo incassato gli impegni del Capo della Protezione Civile Franco Grabielli sull'emissione delle prime due ordinanze per le alluvioni di Ottobre e Dicembre e del Presidente della Regione Basilicata a trovare risposte complessivamente alle ferite aperte nelle comunità alluvionate.
In questi mesi abbiamo atteso mentre continuavamo ad interloquire con la Regione ed a lavorare per avere le soluzioni che attendiamo da tempo.
Ora è arrivato il tempo di dare finalmente le risposte e mantenere gli impegni. Il territorio lucano ed, in particolare, l'area Jonica e il suo entroterra non possono più attendere.
Riparte la mobilitazione, dunque, con l'obiettivo di chiudere entro il 1° Luglio una fase della vertenza che sta durando ormai da oltre tre anni e che non ammette ulteriori ritardi sia perchè le comunità colpite sono ormai allo stremo, sia perchè se non si interviene subito la prossima stagione delle piogge potrebbe essere devastante.
Questi, in particolare, gli obiettivi dei prossimi 50 giorni di iniziativa:
1) la Regione Basilicata adotti  un piano per la prevenzione delle alluvioni
2) si stanzino 27 milioni di euro per dare un risarcimento parziale alle persone danneggiate dalle alluvioni del 2011 e 2013
3) si cambi la legge sul "bonus carburanti" restituendo alla terra lucana i 270 milioni di Euro fermi e si istituisca il fondo per la messa in sicurezza idrogeologica e quello per la bonifica delle aree inquinate.
Per raggiungere questi obiettivi, in particolare, chiediamo alla Regione Basilicata, di istituire una task force operativa (di cui abbiamo discusso e su cui abbiamo concordato almento per le linee di massima nelle settimane scorse) che porti ad adottare entro l'estate le misure e le iniziative necessarie sia di carattere strategico che per gli interventi immediati non più rinviabili e puntiamo a realizzare una forte campagna di pressione nei confronti del Parlamento e del Governo Nazionale per cambiare la legge sciagurata sul "bonus carburanti" e per cui stiamo già operando per dare vita ad una petizione regionale e ad un comitato promotore largo e partecipato da cittadini ed associazioni e forze sociali e sindacali.
Domani, 9 Maggio 2014, alle ore 10,30 terremo una conferenza stampa nell'area di Pisticci Scalo, in una delle zone particolarmete colpite dalle alluvioni e dove maggiore sono i bisogni delle comunità e il territorio di interventi sia per la messa in sicurezza dei fiumi sia per la bonifica dell'area.
L'iniziativa si svolgerà alle ore 10,30 lungo la strada di collegamento fra Pisticci Scalo e Pomarico in un'area immediatamente prima del ponte sul fiume Basento. In questa località (vedi http://goo.gl/maps/5dSGS) terremo dalle ore 7 fino alle ore 14.30 un presidio/incontro di lavoro per preparare le iniziative della campagna che inizierà ufficialmente dal giorno 12 Maggio 2014.
All'interno delle iniziative della mattinata, ore 10,30 terremo una conferenza stampa in cui presenteremo la mobilitazione, illustrandone contenuti, agenda e modalità.
La stampa è invitata.

mercoledì 2 aprile 2014

Solidarietà e condivisione dal comitato TJ ad Alessandra

Stamattina Alexandra Bacchetta ha organizzato un evento pubblico con stampa e politici per dare un segnale di svolta alla sua situazione. Abbiamo inviato un comunicato di auguri e solidarietà per quanto sta facendo da 5 anni di lotta solitaria contro i mulini a vento.

Segue il nostro comunicato.


Cara Alessandra, ti scrivo a nome della comunità degli alluvionati delle TerreJoniche, fra la Puglia e la Basilicata non solo per esprimerti solidarietà ma per condividere l'impegno civile ed umano a pretendere che vengano riconosciuti i diritti delle popolazioni colpite da disastri ambientali come è un'alluvione.
Disastri che mai hanno cause solo naturali ma che, al contrario, trovano la loro ragione nelle responsabilità individuali e collettive.
Da quando esiste il mondo, ogni volta che piove, l'acqua ingrossa i letti dei fiumi ed esce dagli alvei ma è solo per la responsabilità umana che produce lutti e disastri nelle nostre terre e nelle nostre case.
E' sempre più evidente come l'abbandono delle pratiche attive di governo del territorio da parte delle istituzioni, la irresponsabilità con cui una parte dei cittadini tende a considerare il modo in cui si gestiscono i fiumi e gli insediamenti umani, il cambiamento profondo del clima con la tropicalizzazione e la concentrazione dei fenomeni atmosferici ci dicono di una situazione che chiederebbe un impegno straordinario politico e civile a prevenire ed a dare risposte.
Al contrario assistiamo ad una discussione politica distratta e superficiale che non riesce ad inventariare la priorità urgente di un piano serio per la messa in sicurezza del territorio ed un quadro normativo che garantisca i cittadini colpiti da disastri ambientali come le alluvioni di sapere con certezza cosa li aspetta e quali diritti verranno loro riconosciuti.
Assistiamo, anche, alla terribile liturgia dei riflettori della comunicazione e dei media che si accendono mentre il fango è nelle strade e nelle case, i morti e gli sfollati  fra funerali e centri di raccolta per poi spegnersi passata l'emergenza e lasciare il territorio, le istituzioni di base, le aziende, le famiglie e le persone nella solitudine, nell'incertezza e nell'abbandono.
Soprattutto assistiamo alla sufficienza distratta dei tanti, persino nelle istituzioni che avrebbero la responsabilità di farsi parte di governo attiva, di fronte ai richiami ad intervenire per dare risposte e prevenire altri disastri.
In realtà le nostre popolazioni sono schiacciate da una tenaglia terribile: da una parte l'inesistenza di investimenti per la prevenzione e la messa in sicurezza e dall'altra il vuoto normativo e istituzionale che nega, nei fatti, certezze a chi è colpito.
Tocca a noi, persone di buona volontà spesso colpite negli affetti e nei beni dai disastri ambientali, tenere alto l'impegno civile per avere risposte. Tocca a noi anche a costo di mille sacrifici, rompere la cappa di silenzio che cala dopo l'emergenza e pretendere dalle istituzioni e dalla politica, oltre che a tutta la comunità, quelle risposte che fanno la differenza fra una società democraticamente fondata sul riconoscimento dei diritti fondamentali e quella dell'ingiustizia che condanna una parte tanto grande del nostro territorio nazionale a convivere con l'incertezza, la paura di nuovi disastri e la insicurezza di poter pianificare e gestire la prospettiva del futuro e di una vita degna nelle aree esposte a disastri idrogeologici.
Il nostro comitato è impegnato ormai da tre anni in una lunga e dura vertenza che ha dovuto fare fronte a tre alluvioni  con morti e molte centinasia di milioni di danni accertati. Ogni genere di sforzo sta producendo risultati troppo lentamente e troppo deboli per le attese e le necessità.
Serve uno scatto civile nazionale che non lasci soli chi è stato direttamente colpito dalle alluvioni e aiuti il Paese ad assumere la consapevolezza che la messa in sicurezza del territorio ed una nuova cultura e pratica dei bacini dei fiumi è una grande questione nazionale che riguarda tutti.
Noi che siamo stati direttamente colpiti siamo in prima persona in campo con le forme più forti possibili a cercare di tenere aperta la richiesta di dignità ma serve che le istituzioni e la politica prendano coscienza e, conseguentemente, sentano il senso del dovere. 
So che hai fatto un duro sciopero della fame per chiedere risposte ed attenzione, noi ne abbiamo fatti 5 in tre anni, io stesso ne ho fatti due. Una società in cui una sua parte, per chiedere il rispetto di diritti fondamentali è costretta a mettersi alla prova con tanto impegno, rischio e sofferenza è una società debole che corre seriamente il rischio della sconfitta.
Questa è una condizione che non possiamo tollerare né come persone colpite né come cittadini per questo dobbiamo intensificare i nostri sforzi per avere riconosciuti in Italia (in Lombardia come in Sicilia o in ogni altro luogo) un piano di messa in sicurezza e prevenzione, investimenti e risorse, un quadro normativo certo per tutti che eviti l'odioso riprodursi di alluvioni di serie A e di serie B e il rispetto da parte delle Istituzioni locali (Regioni, Comuni ed Enti territoriali) delle norme per la prevenzione e la messa in sicurezza.
Ti siamo vicini non solo per solidarietà ma, anche e soprattutto, per condividere l'impegno e lo sforzo insieme agli altri Comitati d Alluvionati di tutta Italia ad ottenere risposte. Ritienici parte della tua lotta che è la nostra come sappiamo che tu condividi i nostri sforzi.
Un abbraccio per ora virtuale sperando di incontrarti presto

Metaponto, 2 Aprile 2014

Gianni Fabbris - Portavoce del Comitato per la Difesa delle Terre Joniche

lunedì 31 marzo 2014

Comunicato di solidarietà alla comunità alluvionata di Sala Baganza

Come Comitato aderente alla rete Mai Più abbiamo inviato un messaggio di solidarietà al Comitato 11 Giugno Sala Baganza per la conferenza stampa di lunedì, 31 marzo 2014, in Regione sull'alluvione dimenticata d 2011. Segue nostro comunicato.

A Nicola Luberto ed agli alluvionati di Sala Baganza
p.c. ai Consiglieri Regionali dell'Emilia Romagna

A nome del Comitato perla Difesa delle TerreJoniche, promosso dalla comunità degli alluvionati di Puglia e Basilicata, ti invio il mio sostegno allo sforzo che state conducendo in questi anni per affermare i diritti delle comunità del vostro territorio ad avere risposte dopo l'alluvione che vi ha colpito nel 2011. Abbiamo imparato a nostre spese quanto sia difficile e duro fare i conti con gli effetti di un'alluvione e quanto non sia scontato che la politica e le istituzioni diano le due risposte che sempre dovrebbero essere assicurate: la messa in sicurezza del territorio ed il sostegno a quanti hanno subito danni. Abbiamo dovuto prendere atto, al contrario, di come la discrezionalità della politica mantiene un vuoto intollerabile di risposte normative e legislative, per cui i cittadini italiani sono mantenuti nella incertezza di quali possano essere le aspettative dopo un'alluvione, su quali risorse possano contare o se, addirittura, possano o debbano aspettarsi risposte. Abbiamo imparato di come, nella assoluta discrezionalità e nella profonda ingiustizia dell'assenza di procedure e di un quadro legislativo coerente e organico, spesso le risposte sono legate alla capacità dei gruppi dirigenti e delle istituzioni locali di "contrattare" a livello regionale e nazionale risposte e risorse. Al contrario, quando questo non accade, quando la politica locale non si fa carico delle istanze dei cittadini e del territorio colpito, si produce una pricolosa ed odiosa rimozione dei problemi su cui si stende una cortina di silenzio alimentata dalla sottovalutazione e dalla incapacità E' in questo quadro che si producono in Italia le differenze fra Alluvioni di serie A (quelle su cui i riflettori della cronaca si sono aperti) e di serie B (quelle su cui, al contrario, l'interesse di chi deve dare risposte è distratto da altre priorità). Nel vostro caso particolarmente odiosa è la condizione di una vera e propria Alluvione Dimenticata che, addirittura, non ha avuto nemmeno la dignità del riconoscimento dello Stato d'Emergenza. Evidentemente il lutto delle famiglie colpite e le sofferenze di quanti hanno subito danni non sono stati considerati finora degni di risposte. Siamo con voi per sostenervi nello sforzo condotto in questi anni per avere dignità e giustizia e per riaffermare insieme il diritto di tutti i cittadini italiani ad avere risposte adeguate, coerenti ed eque in caso di alluvione e riconfermiamo lo sforzo comune che stiamo conducendo perchè la Politica Nazionale e quelle Regionali si dotino degli strumenti legislativi e delle risorse economiche necessari. Ci rivolgiamo ai Consiglieri regionali dell'Emilia Romagna, in particolare, perchè da loro venga il segnale di attenzione che tutti attendiamo, un segnale all'altezza della tradizione civile e democratica di una terra cui guardiamo in tanti in Italia per capacità di risposta sociale e democratica. Contate su di noi.

Gianni Fabbris - Portavoce del Comitato per la Difesa delle Terre Joniche

mercoledì 12 marzo 2014

Metaponto: la quiete dopo la tempesta.

A oltre cinque mesi dagli eventi alluvionali di Ottobre scorso un intero parco archeologico a Metaponto, in provincia di Matera, prosciugato dall’immensa distesa d’acqua, continua ad essere coperto dal fango.
A rischio le sue strutture murarie oltre alla perdita di un enorme patrimonio storico e culturale.
Decine gli uomini impegnati per salvare l’antica polis tra i quali l’ingegner Attilio Maurano, alla guida della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata.
Raggiunto telefonicamente in merito alle emergenze archeologiche ed architettoniche del metapontino con il dot. Maurano abbiamo fatto il punto sullo stato dell'arte relativo alla gestione delle risorse che sono state destinate al suo recupero e alla messa in opera dei lavori di ripristino.
Prima però gli abbiamo chiesto un parere circa il verificarsi di questi eventi in maniera copiosa e sempre più ravvicinata.

mercoledì 12 febbraio 2014

Com. Stampa. Incontro nazionale dei comitati degli alluvionati: un unico fiume in piena

INCONTRO NAZIONALE DEI COMITATI DEGLI ALLUVIONATI DI TUTTA ITALIA 
 Firenze, giovedi 13 Febbraio 2014 ore 12/18 Casa del Popolo di Piazza dei Ciompi 
 UN UNICO FIUME IN PIENA: QUELLO DELLE NOSTRE COMUNITA' ALLUVIONATE 


Com. stampa. Metaponto, 12.02.14


Dopo le prime due riunioni tenute fra il 2012 ed il 2013 (Matera e Sala Baganza) si tiene l'incontro fondativo per la rete nazionale di iniziativa dal basso delle comunità alluvionate di tutta Italia. L'incontro è stato convocato da un appello a firma del Comitato per la Difesa delle TerreJoniche e concordato con una serie di contatti in rete fra le realtà di base che in questi anni stanno animando le iniziative per ottenere i riconoscimenti dei diritti alla messa in sicurezza delle aree a rischio idrogeologico ed ai risarcimenti per quanti sono sempre più spesso colpiti da eventi devastanti come sono, ormai, le alluvioni.

venerdì 10 gennaio 2014

Un altro risultato della mobilitazione: il Consiglio dei Ministri decreta lo stato d'emergenza. Sabato 11 gennaio 2014 conferenza stampa

Comunicato stampa

Un altro risultato della mobilitazione, una prima vittoria dell'ultimo sciopero della fame: il Consiglio dei Ministri decreta 
lo stato d'emergenza per il 07/08 Ottobre 2013.

Sabato, 11 Gennaio 2013, alle ore 10:00
in piazza Vittorio Veneto a Matera nei pressi della Prefettura
conferenza stampa del Comitato
per rendere note le nostre valutazioni e le risposte ottenute dalla Regione Basilicata in queste ore.

Come il Prefetto Franco Gabrielli e il viceministro Filippo Bubbico durante l'incontro del 28 dicembre scorso ci avevano preannunciato, stamane durante il primo consiglio dei ministri utile del mese di gennaio n. 44 è stata adottata la dichiarazione di stato d'emergenza che noi attendevamo per il 07/08 Ottobre 2013 e che avevamo fortemente sollecitato con lo sciopero della fame dei giorni scorsi.
Mentre scriviamo Gianni Fabbris, portavoce del Comitato TerreJoniche, è alla regione Basilicata per una serie di incontri affinchè vengano individuate ulteriori risorse sui temi richiesti.
"Cominciamo a raccogliere risultati per la lunga mobilitazione che abbiamo messo in campo in queste ultime settimane", dichiara Gianni Fabbris raggiunto telefonicamente, "Nei prossimi giorni sarà chiaro se quanto ci viene in questo momento riconosciuto sia da parte del Governo nazionale che dalla Regione Basilicata incontra le richieste e aspettative dei cittadini lucani. Per il momento facciamo appello alla coesione e all'unità di tutte le comunità lucane perchè la vittoria della vertenza degli alluvionati nel metapontino diventi il primo importante risultato che, di fronte alla crisi drammatica che stiamo sopportando, tutti i cittadini lucani debbono conseguire".
Domani, 11 Gennaio 2013, alle ore 10:00 in piazza Vittorio Veneto a Matera, nei pressi della Prefettura dove abbiamo sostenuto l'ultimo sciopero della fame del mese scorso, conferenza stampa del Comitato per rendere note le nostre valutazioni e le risposte ottenute dalla Regione Basilicata in queste ore.

La stampa tutta è invitata.


Il Comitato per la Difesa delle TerreJoniche
 

mercoledì 8 gennaio 2014

Dissesto idrogeologico: con le terre ioniche, per l’uguaglianza tra i cittadini

Pubblicato su Il Fatto Quotidiano (leggi articolo originale)

Frane ed  alluvioni costituiscono un problema serio per il nostro Paese specie per effetto del grave dissesto idrogeologico, cui governi di centro-destra, centro-sinistra, tecnici, bipartisan e a pallini si sono guardati bene dal porre rimedio, preferendo sperperare i suppostamente pochi denari pubblici in F-35, missioni anticostituzionali in Afghanistan, TAV e altre inutili, anzi dannose, corbellerie.
E’ noto come l’assenza di ostacoli naturali dovuti fra l’altro alla cementificazione selvaggia e l’esasperazione del rischio dovuta al cambiamento climatico determinino una situazione di rischio crescente per buona parte del territorio nazionale. Tale situazione produce spesso esiti tragici e perdite umane ed economiche molto elevate. L’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI), del Consiglio Nazionale delle Ricerche, tiene aggiornato il sistema informativo sulle catastrofi idrogeologiche. Risulta che tra il 1950 al 2008 si contano almeno 6.380 vittime (morti, dispersi, feriti) per frana e 2.699 vittime di inondazioni. Nel solo 2010 si sono avute 44 vittime e 237.570 milioni di euro di danni. Ed il rischio si presenta grave per il futuro, anzi il rischio è crescente per effetto dei fenomeni di cambiamento climatico. Si consideri inoltre che, secondo un Rapporto redatto nel 2010 dall’Ordine nazionale dei geologi, sono circa 6 milioni gli Italiani che abitano nei 29.500 chilometri quadrati considerati ad elevato rischio idrogeologico.  
Per mettere in sicurezza quest’ultimo sarebbe sufficiente uno sforzo finanziario relativamente ridotto che consentirebbe altresì di creare nuove occasioni di lavoro per i giovani e non, sia nella fase di risistemazione che durerà comunque molti anni, sia in prospettiva grazie alle nuove possibilità offerte da un territorio risanato. Secondo l’Associazione nazionale bonifiche, irrigazioni e miglioramenti fondiari, “basterebbero 4,1 miliardi di euro per mettere in sicurezza l’Italia con un’adeguata pianificazione che gestisca la fase di intervento e stabilisca i piani di manutenzione, riducendo il dissesto idrogeologico e facendo risparmiare milioni di euro in commissariamenti: sistemare torrenti, rogge, canali artificiali per adeguarli ai cambiamenti climatici, al degrado e all’incoltivazione dei terreni agricoli e all’aumento della superficie cementificata, sulla quale l’acqua scorre invece di essere assorbita dal suolo”. 
A fronte di tale situazione di emergenza, il comportamento dei vari governi che si sono succedute è doppiamente colpevole. In primo luogo per il rifiuto di varare un piano degno di questo nome investendo le risorse necessarie a fare dell’Italia un Paese bello e vivibile per la presente e le future generazioni. In secondo luogo per aver stanziato soldi nel corso degli anni in modo disorganico e inefficiente. Come afferma Walter Domenichini, “il rendiconto del costo del dissesto dal dopoguerra ad oggi ammonta a 213 miliardi di euro e solo dal 1996 al 2008 lo stato italiano ha investito per calamità circa 27 miliardi di euro, a fronte di un valore dei danni causati stimabile in circa 52 miliardi”.
Si potrebbe aggiungere un terzo motivo di accusa. L’aver trascurato completamente o quasi determinate regioni, pur fortemente colpite da frane e inondazioni. E’ il caso delle terre ioniche, dove, in seguito agli ultimi eventi di questo genere, fra i quali tre alluvioni che hanno provocato 600 milioni di euro di danni fra Basilicata e Puglia, è nato, con il Comitato Terre Ioniche, un movimento di lotta contro l’irresponsabile disinteresse da parte del governo.
Come afferma Gianni Fabbris, uno dei leader di tale movimento, in Italia ” ci sono alluvioni di serie A, B, e C a seconda dei casi. (…) Dopo i primi giorni di riflettori accesi incomincia un calvario drammatico. La decisione se intervenire e in qualche misure e con quali priorità è all’assoluta discrezionalità della politica che in nome della emergenzialità valuta in base a criteri che non sono affatto trasparenti. (…) Differenze enormi di trattamento addirittura sulla sospensione dei tributi. C’è un problema nazionale quindi. A Sara Baganza, che è al Nord, nel 2011, per esempio, non c’è stato nemmeno il riconoscimento dello stato di emergenza. C’è un vulnus di trasparenza e di democrazia”.
Fabbris sottolinea alcuni elementi molti positivi dell’esperienza di lotta in corso:  “Sta nascendo, in questi anni e dentro il percorso della mobilitazione del Comitato Terre Joniche, una nuova comunità di uomini e donne che, di nuovo, hanno deciso di alzare la testa per la dignità propria e di tutti come fecero i contadini che lottando impararono a non togliersi il cappello di fronte al padrone agrario di turno. Una comunità in cui cresce la coscienza di se e che sta imparando a passare dalla protesta alla vertenza nella consapevolezza che in ballo non c’è semplicemente la soluzione di un piccolo/grande problema personale ma la soluzione per il territorio e che la posta è, ancora una volta la Terra, la nostra Terra lucana su cui abbiamo il diritto di vivere in pace e con dignità”.
Un’esperienza che, a partire dalla difesa del lavoro e della produzione agricola, su cui lavora da anni l’associazione Altragricoltura, pone questioni fondamentali di giustizia, qualità dello sviluppo, difesa ambientale. In rapporto dialettico con altri movimenti contadini come quelli presenti nelle varie anime dei “forconi”, troppo frettolosamente liquidati come pura espressione di corporativismo, ma invece spesso espressione di un disagio forte da parte di categorie essenziali per l’economia e la società italiana, cui vanno date risposte positive ed urgenti. 
di Fabio Marcelli

giovedì 2 gennaio 2014

Bilancio dello sciopero della fame: due vittorie ed un punto da verificare con la Regione. Ora rilanciamo e ringraziamo della solidarietà.

Comunicato stampa

Matera, 2 Gennaio 2014 ore15:00 

Grazie città di Matera, uomini e donne di Basilicata; dopo lo sciopero della fame, con due punti positivi incassati ed uno da verificare, siamo più forti per rilanciare la vertenza per la messa in sicurezza. 
Prossima tappa: la certezza di ristori di primo soccorso per le aziende e le famiglie alluvionate e l'aperturadi un tavolo con la Regione su come prevenire i disastri ambientali. 
Sabato 11 Gennaio ci ritroviamo a Matera in assemblea con i sindaci e tutto il movimento per valutare gli atti che saranno stati compiuti e decidere come andare avanti.